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Rifugiati: uno degli argomenti più dibattuti nel nostro continente negli ultimi mesi, una crisi che l’Europa si trova a dover affrontare e, per quanto possibile, risolvere.

Crisi, problema, emergenza; nessun nome, nessun volto su cui soffermarsi.
Eppure dentro una sola parola, rifugiati, si racchiudono drammi, tragedie personali, grandi esempi di umanità indescrivibili storie di coraggio e resilienza.
“Cosa hai portato con te? Qual è la cosa più importante che hai sentito di dover portare con te mentre le bombe esplodevano nella tua città?”
Melissa Fleming, dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, racconta la propria esperienza nei campi per rifugiati, puntando sull’importanza dell’istruzione per i bambini e della ricostruzione del mondo e delle vite di chi ha dovuto lasciare tutto.
“Riconquistare la libertà è solo metà della battaglia”
Hyeonseo Lee e la sua angosciante fuga dalla Nord Corea insieme alla famiglia, prima in Cina, dove i profughi nord coreani vengono considerati clandestini e poi in nella Corea del Sud.
“Possiamo tutti fare la differenza. E può essere tanto semplice quanto ascoltare qualcuno raccontarci la propria storia”
Il viaggio di Abbas Nazari che, all’età di 7 anni, scappò dall’Afganistan e dai Talebani con la sua famiglia, rischiando tutto e sperando solo in una nuova vita in Nuova Zelanda.
“Basta riconoscere che ogni giorno ognuno di noi è circondato da persone straordinarie che ci offrono la possibilità di specchiarci nella nostra stessa umanità”
Storie d’Africa e di “ubuntu”: nonostante la guerra, nonostante gli orrori reclamare la propria umanità riflettendola sugli altri membri della comunità.